Lo splendore di Aleppo
24 Gennaio 2019Lo splendore di Aleppo
Canti d’amore e di lode delle comunità siro-cristiana, armena, musulmana e giudaica
Musiche tradizionali dalla Siria, suonate su strumenti originali e illustrate dal musicologo Paolo Scarnecchia
Otto anni di guerra civile hanno ridotto una città come Aleppo, che per secoli ha colpito i viaggiatori per ricchezza culturale e cosmopolitismo, in un cumulo di macerie, da cui la popolazione è ora in gran parte fuggita. Simbolo della musica di tutto il Vicino Oriente, Aleppo non aveva eguali per il patrimonio di canti liturgici e devozionali cristiani e delle comunità siriache e armene.
Un concerto dedicato a questa martoriata città della Siria, e al suo incredibile e ricchissimo patrimonio culturale e musicale in particolare, è quello di sabato 26 gennaio, ore 18, all’Auditorium O. Tamburi della Mole Vanvitelliana, per la stagione degli Amici della Musica “Guido Michelli”, dove si potrà ascoltare e capire meglio la portata culturale e la bellezza di questa città: “Lo splendore di Aleppo – Canti d’amore e di lode delle comunità siro-cristiana, armena, musulmana e giudaica”, musiche tradizionali dalla Siria, cantate e suonate su strumenti originali da 4 musicisti siriani che vivono in Germania, Razek-François Bitar, controtenore, Salah Eddin Maraqa, qanun, Mohamed Fetyan, nay e kawala, Firas Hassan, riqq e darbuqa, con una narrazione che le illustra a cura del musicologo Paolo Scarnecchia.
Il concerto sarà preceduto alle ore 17 da “Ritorno ad Aleppo-Un patrimonio da ricostruire”, un incontro tenuto dal professor Gabriele Fangi, già ordinario di Geomatica presso l’Università Politecnica delle Marche, che mostrerà attraverso numerose foto fatte prima e dopo la guerra, la situazione della città.
Aleppo è una delle città più antiche del mondo, ed era posta lungo l’antica via della seta dove per secoli è stata coltivata l’arte musicale. Il concerto Lo splendore d’Aleppo è costituito da 4 parti che riguardano le diverse tradizioni, armena, siriaca, ebraica, araba.
Come scrive Paolo Scarnecchia nelle note di sala: “Il concerto, dedicato a mettere in risalto una parte dello straordinario patrimonio musicale aleppino, riunisce alcuni eccellenti strumentisti siriani che hanno dovuto abbandonare il proprio paese e che si sono stabiliti in Europa, e un cantante siriano che ha completato la sua formazione musicale in Italia, dedicandosi alla musica d’arte europea, e che ha vissuto a lungo nel nostro paese, prima di trasferirsi in Germania. I canti in lingua araba, siriaca, ebraica e armena che intona con la sua voce educata dalla pratica della musica antica europea, rappresentano il ricordo delle melodie ascoltate in gioventù, quando la musica fioriva in ogni angolo di Aleppo, regalando ai suoi abitanti indimenticabili momenti di pace e di serenità”.
La voce a cui si riferisce è quella di Razek-François Bitar, controtenore, nato ad Aleppo, che ha studiato nella Facoltà di Filosofia e in seguito organo e poi canto nell’Alto Istituto di Musica di Damasco, che parla arabo (lingua madre), armeno, francese, italiano, inglese e tedesco. In Italia si è diplomato in canto al conservatorio “N. Paganini” di Genova e al Santa Cecilia di Roma È stato premiato al “Concorso Internazionale di Musica Sacra” di Roma, città dove si è esibito diverse volte anche in presenza dei due precedenti Pontefici. Si tratta di un importante interprete di ruoli d’opera come l’Orfeo di Gluck, La Finta Giardiniera di Mozart, I Giuochi di Agrigento di Paisiello, Morte a Venezia di Britten e molti altri, come del grande repertorio di Musica Sacra (Bach, Monteverdi, Haendel) e di musica da camera. Più volte inserisce nei suoi programmi l’immenso patrimonio di musiche di tradizione medio orientali delle quali è anche ricercatore.
Accanto a lui, Salah Eddin Maraqa (1981, Amman, Jordan) musicista palestinese, che suona il qanun una specie di cetra a 78 corde, Mohamed Fityan (1984), anche lui di Aleppo, che suona il nay e il kawala, due tipi diversi di flauti di legno, e Firas Hassan (1979), siriano, con riqq, e darbuqa, due strumenti a percussione. Paolo Scarnecchia, a cui è affidata la narrazione, è stato professore a contratto presso l’Università degli Studi L’Orientale e l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, e l’Università La Sapienza di Roma, ed ha partecipato a convegni e congressi internazionali, tenendo numerose conferenze in Italia e all’estero sulle culture musicali del mondo mediterraneo e in particolare del Vicino Oriente, e collabora con Il Giornale della Musica e Rai Radio3.
Gli ingressi – particolarmente agevolati per i minori di 19 anni – vanno da 4 a 22 euro. Gratuiti, in numero predefinito, per gli studenti della Politecnica delle Marche.
Biglietteria Teatro delle Muse: 071 52525 – biglietteria@teatrodellemuse.org
Info: amicimusica.an.it/lo-splendore-aleppo
Ufficio stampa Amici della Musica “Guido Michelli”: annalisapavoni@gmail.com
Nella foto: la città antica di Aleppo. Credits: UNESCO – World Heritage Centre